Il saluto di Mariella Laudadio, Presidente dell’Anpi provinciale
Oggi siamo qui per salutare per l’ultima volta Kiro e non sono necessarie troppe parole per dargli il nostro commiato.
Tutti, in questa piazza e in questa città, lo conoscevamo e in tanti lo abbiamo amato, e a volte non era facile, dato, se posso dirlo, il suo carattere spigoloso, ma quando glielo dicevo non si arrabbiava…
Kiro il politico, parlamentare della Repubblica per il PCI, consigliere comunale, assessore. Kiro il sindacalista, segretario provinciale della Federterra in momenti convulsi e a volte tragici della vita delle nostre campagne. Kiro lo scrittore, anzi il narratore instancabile e appassionato della vita nelle cascine, delle lotte contadine, della Resistenza.
Kiro il militante dell’Anpi e poi presidente, con la sua determinazione a fare della nostra associazione qualcosa di vivo e pulsante; non solo un elemento di tributo alla memoria ma il centro propulsore degli ideali di quella Costituzione scritta col sangue che è nostro compito difendere.Veniva qui al mattino, a volte con grande fatica, e lavorava instancabilmente, pronto però a rimproverare chi lo circondava se non si dava abbastanza da fare.
Eppure sempre pronto a consigliare, aiutare, spronare, soprattutto i giovani, per i quali aveva un’attenzione particolare.
E lo smarrimento che vedo oggi nei più giovani è la prova che anche loro riconoscevano in lui una guida e un esempio da seguire.
Ma soprattutto, per noi tutti, Kiro era il commissario politico della 17a brigata Garibaldi, più semplicemente il partigiano, per tutta la vita e fino all’ultimo respiro.
Viveva fra noi, con i suoi familiari, ai quali oggi più che mai va il nostro affetto, ma in realtà non aveva mai lasciato le sue montagne e i suoi amici, Pucci, Sauro, Paolo, Edo, Franco, Predo e soprattutto Deo, quegli amici che in una splendida mattina di luglio aveva trovato trucidati e mutilati nei boschi della Val di Susa.
Forse noi abbiamo dimenticato, ma lui no, lui li aveva visti quei poveri corpi e li aveva accarezzati, e non poteva dimenticare, come non poteva dimenticare la fame, la paura, il freddo la nostalgia di casa ma anche i bei momenti, la sigaretta fumata in due, il pane condiviso, le canzoni.
Era di questo che Kiro continuava a parlare appena percepiva nell’ascoltatore interesse e sensibilità.
E di questo siamo andati insieme a parlare ai ragazzi nelle scuole. E i ragazzi erano affascinati da questo vecchio signore che mentre raccontava sembrava tornare indietro in un altro tempo e in un altro spazio, e aveva la capacità di portare con sé anche i ragazzi che lo ascoltavano.
Mi perdonerete se mi sono lasciata andare a ricordi personali ma oggi che Kiro non c’è più qualcuno dirà, come si dice in questi casi, che è ancora qui con noi.
Certo, sono qui, dentro di noi le sue idee, il suo entusiasmo, il ricordo del suo continuo far progetti, i suoi insegnamenti, la sua passione per la politica…
In questi giorni più che mai il suo rovello erano le divisioni del popolo della sinistra; “dobbiamo essere uniti” continuava a ripetere, “solo così si difende la Costituzione, che ci è costata tanto, dall’assalto delle nuove destre, dei nuovi fascismi, del revisionismo strisciante!”
Tutto questo resterà dentro di noi, questo è il suo straordinario contributo alle nostre vite e di questo noi dell’ANPI continueremo ad essergli grati.
Ma Kiro non è più qui e non ci sarà più.
C’è un luogo però dove potremo risentire la sua presenza in maniera concreta, questo luogo è il Col del Lys.
Se andrete al Col del Lys, in un posto preciso, sul luogo del massacro, dove ci sono solo delle semplici lapidi e se vi porrete in ascolto, potrete sentire, come le ho sentite io, le voci dei nostri cari martiri e, da oggi, anche quella di Kiro, perché lui è lì che si trova ora, proprio dove voleva essere.
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