di Ennio Serventi
La notizia ci arrivò con il telegiornale della notte. Quel che fin dal glorioso 1959 si temeva si stava avverando. L’imperialismo americano, insofferente per quella indipendente e libera presenza nel “giardino di casa”, arruolato un esercito attaccava Cuba. Fidel Castro, con un discorso rimasto nella storia, chiamò il popolo della rivoluzione alla difesa.
Noi, da questa parte dell’Atlantico, c’incontrammo al mattino. Discutemmo commentando le notizie provenienti da diverse fonti internazionali, azzardammo ipotesi. Io, nel gruppetto, ero forse il più pessimista:
“Sono forti, vinceranno loro come è sempre stato, rimetteranno a Cuba un nuovo Batista con rum a gogò”, dicevo.
“No!”, ribatteva Mango, “la rivoluzione vincerà ancora, li ributteranno a mare”!
“Dobbiamo aiutarli, fare qualche cosa!” ripeteva Franz. Continua »