Testimonianza ricordo di Serenella Grioni, raccolta per appunti e con registrazione audio da Giuseppe Azzoni e Giorgio Carnevali il giorno di giovedi 25.9.2014 in casa Tadioli a Borgo Loreto, Cremona.
Adesso ho 86 anni, ne avevo sedici quando uccisero Luigi Ruggeri a Pozzaglio. Senza volerlo fui presente al fatto… Ogni tanto mi viene in mente… ancora adesso mi agita… Ieri Tadioli mi ha detto se volevo parlarne con voi, così stanotte non riuscivo a dormire.
Io nel 1944 ero coi miei a Pozzaglio, sfollata per via dei bombardamenti da Cremona, dove abitavo a Borgo Loreto come adesso. Lì a Pozzaglio di giorno stavo in una cascina vicino alla chiesa e di notte dormivamo nella casa dove c’era il fornaio.
La mattina di quel 24 settembre del ’44, saranno state le sei e mezzo o giù di lì, andavo da casa verso i campi in compagnia dell’anziana suocera di una mia zia… No, non andavamo a lavorare, è che per come eravamo messi da sfollati, la mattina appena svegliati per il primo posto dove c’era da andare si andava nei campi vicini… Passavamo proprio dalla curva della strada di Pozzaglio dove adesso c’è la lapide.Mentre eravamo lì è arrivato un camion tipo militare. Sono venuti giù alcuni uomini, mi sembra cinque o sei ma non ricordo bene… Non ricordo neanche come erano vestiti…
Ricordo bene che a noi due ci dissero: via via, fate presto… spingendoci ad allontanarci subito verso i campi appena fuori dalle case. Così abbiamo fatto ma ho anche fatto in tempo a vedere qualcosa. Anche se non potevo fermarmi ho fatto in tempo a vedere che dal cassone del camion tiravano giù uno… lo sostenevano perché lui non si reggeva… cadeva di qua e di là… (chissà quante gliene hanno date la sera prima…). L’hanno appoggiato al muro sulla strada, non so come faceva a reggersi… Tutto è avvenuto in poco tempo perché io e l’anziana che accompagnavo stavamo pian piano camminando verso i campi ma eravamo ancora vicino quando ho sentito sparare… Mi sono voltata e ho visto che quello che avevano tirato giù dal camion era là per terra…
Quando siamo passate al ritorno non c’era più niente e non ci siamo fermate.
Ho saputo dopo, correvano le voci in paese, che era un partigiano, uno che si nascondeva e andava a dormire di qua e di là nei fienili. L’avevano preso lì a Pozzaglio alla sera, un paio di giorni prima. Questo però non l’ho visto di persona perché alla sera non si andava in giro. In quei tempi ogni tanto venivano a cercare se c’era qualcuno nascosto nelle cascine e nei fienili, ma io ero una ragazza, non sapevo il perché… Si diceva che il partigiano volevano fucilarlo sul sagrato della chiesa ma c’è stato qualcuno che non ha voluto.
Quello che hanno ucciso si chiamava Luigi Ruggeri, io non l’avevo mai visto e quello che è successo quella mattina lì non lo posso dimenticare…
La lettura di questa nuova testimonianza ha aperto, sabato pomeriggio 27 settembre nella sala Spaziocomune a Cremona un convegno storico organizzato dall’ANPI nel 70° anniversario della fucilazione del comandante partigiano “Carmen”. Relatori gli storici Mimmo Franzinelli e Fabrizio Superti. Il primo ha parlato dell’organizzazione della lotta armata in pianura e della sue caratteristiche nel 1944. Superti è entrato nel merito della vicenda di Carmen Ruggeri portando anche alcuni elementi inediti da lui ritrovati nell’archivio del distretto militare.
Il giorno 24 a Pozzaglio aveva avuto luogo la vera e propria commemorazione di “Carmen” con un corteo che ha portato fiori alla lapide sul luogo della fucilazione e con una lezione sulla vicenda tenuta dal prof. Rodolfo Bona alla classe III della locale scuola media.
Luigi Ruggeri era nato a S.Martino Beliseto nel 1920, poi residente a Cremona e, militare, sottufficiale della Guardia di Finanza. Subito dopo l’8 settembre 1943 passò nella Resistenza e combattè sugli appennini emiliani. Nella primavera 1944 fu incaricato di organizzare la Resistenza armata nella nostra provincia. Catturato dai fascisti a Pozzaglio il 20 settembre subì senza cedimenti sevizie e torture a Villa Merli prima di essere fucilato.
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