Quel 1946 della Repubblica e della Costituente (10)
Dedichiamo le ultime tre puntate della rievocazione delle vicende locali nel 70° dell’anno 1946 ai tre maggiori partiti emersi dalla Liberazione.
Democrazia Cristiana, Partito Socialista (all’epoca PSIUP) e Partito Comunista rappresentavano la quasi totalità dell’elettorato. Nella nostra provincia, nelle votazioni del 2 giugno 1946, ebbero circa 200.000 voti su 230.000 votanti, cioè il 90%. La DC ebbe il 36,4 (80.395 voti), il PSIUP il 30,6 (67.646) ed il PCI il 22,7 (50.164 voti). Si consideri che i votanti furono il 94% dell’elettorato, dunque davvero i tre partiti rappresentavano larga parte dei cittadini.
La DC aveva tenuto il suo primo congresso provinciale a pochi mesi dalla Liberazione: ottobre 1945 nel Teatro Ponchielli. C’è una frase, riportata dagli atti dello stesso, che sintetizza come la DC presentò se stessa: “l’unica forza equilibratrice che sia in grado di guidare la Nazione in una sana democrazia, attuando le più ardite riforme sociali e tutelando l’ordine pubblico e la libertà dei cittadini” (v. “La DC cremonese nel periodo degasperiano” di G.Biondi e V. Cantoni).Il Congresso prende posizione perla Repubblica.Inoltre, pur marcando le diversità tutt’altro che secondarie con il PCI e la sinistra, si richiama ancora al patto di unità d’azione sottoscritto a Cremona tra i tre partiti nella Resistenza. Regge anche la piena collaborazione in atto nei Comuni con i sindaci e le giunte dei CLN. La “guerra fredda” è ancora agli albori ed il sentimento antifascista è vivo. Il Congresso designa in questo senso gli organi dirigenti e si conferma come Segretario provinciale Ottorino Rizzi, commissario provinciale dc uscente sia nella Resistenza che post Liberazione.
All’epoca i rappresentanti della DC, del PSIUP e del PCI collaboravano nel CLN (e nella direzione del suo quotidiano “Fronte democratico”) ed in numerosi organismi sociali di primaria importanza quali il sindacato CGIL, l’associazione di tutti i partigiani ANPI ecc. Nelle amministrazioni comunali la DC e la sinistra si differenzieranno a partire dalle elezioni amministrative del 1946: entrano in competizione sul piano politico ed amministrativo e poi si collocano o in maggioranza o all’opposizione salvo alcune situazioni in cui rimane ancora per un certo tempo la collaborazione nelle giunte (più o meno contrastata, come nel capoluogo).
In quelle amministrative prevalsero nella provincia di Cremona le maggioranze “rosse” su quelle “bianche”, mala DC mostrò notevole forza. Nel capoluogo ebbe 14 consiglieri come il PSIUP (primo partito per 200 voti). Il PCI ne ebbe 9, uno ciascuno i repubblicani, i liberali ed i monarchici.
Nella campagna referendaria la DC cremonese si pronunciò perla Repubblica in modo più chiaro di quella nazionale, anche per questo Cremona fu tra le province a forte percentuale repubblicana.
Due esponenti della DC cremonese e cremasca furono eletti nella Assemblea Costituente: Giuseppe Cappi (28.474 preferenze) e Lodovico Benvenuti (12.671).
Il secondo congresso ebbe luogo il 14 e 15 settembre 1946 nel Palazzo Cittanova. Vi parteciparono 152 delegati delle 91 sezioni dc della provincia (che assommavano 6.963 iscritti).
Tra i temi cui si attribuì la maggiore importanza ci fu la trasparente volontà di essere più presenti e con una maggiore diretta rappresentanza nel mondo del lavoro. Una presenza più attenta anche la ceto impiegatizio ed orientata ad arginare “gli eccessi” nelle lotte sociali. In generale in questo congresso vengono ben più di prima sottolineate le divergenze ideali e politiche rispetto ai comunisti ma anche al PSIUP. Verso i socialisti tuttavia – al di là del Congresso – si tiene una “strategia” di cauta apertura condizionata a certe condizioni.
Nella votazione per il Comitato provinciale il prof. Giovanni Lombardi – che appare più “moderato” e “centrista” rispetto a Rizzi – è il più votato e supera lo stesso Rizzi sia pure di poco.
Il Congresso venne presieduto da Ennio Zelioli, presidente del partito e della Deputazione (l’Amministrazione) Provinciale e si aprì col discorso del rappresentante nazionale Cassiani, sottosegretario del Ministero del Lavoro.
Cassiani si richiama alla Resistenza ed alla solidarietà sociale cristiana. Contesta l’accusa chela DCsia dalla parte dei ricchi. Auspica che “la proprietà diventi strumento di elevazione sociale e il proletario assurga alla dignità di proprietario”. Lo stesso Cassiani concluderà i lavori.
Nella relazione del segretario Rizzi e negli interventi si parla di confisca dei profitti di guerra e di regime, di cambio della moneta pur con le dovute cautele, di imposte sui patrimoni (“specialmente quelli improduttivi”), di rendere giustizia ai meno abbienti. Essi infatti hanno sopportato “pressoché da soli” i pesi e le tragiche conseguenze della guerra.
Viene poi eletto un Comitato provinciale di 31 membri (di cui 10 di diritto), Rizzi rimane segretario. Gli subentrerà Giovanni Lombardi nel 1948, anno in cui Rizzi sarà candidato nelle politiche e poi assumerà la carica di Sindaco.
Tra i nomi dei dirigenti del partito, con i due suddetti compaiono quelli di Bruno Dordoni, Walter Galantini, Ferdinando Gastaldi, Ennio Zanibelli, Gaetano Zanotti, Giuseppe Cappi, Lodovico Benvenuti, Ennio Zelioli, Giuseppe Ghisalberti, Angelo Formis, Emilio Priori…
La DC manteneva e sottolineava la laicità e l’autonomia rispetto al clero anche se indubbiamente le parrocchie ne costituivano un formidabile supporto. “La Riscossa” era il periodico ufficiale della DC cremonese.
(A cura di Giuseppe Azzoni)
1 – 1946: Una ANPI prestigiosa, unita ed attiva
2 – L’epurazione (dal tribunale del CLN all’amnistia)
3 – Nei Comuni si torna a libere elezioni (è anche il primo voto per le donne)
4 – Togliatti a Cremona (su repubblica, religione e voto alle donne)
5 – Lotte, miseria, speranze del maggio sulle pagine del “Fronte Democratico”
6 – Il confronto nella campagna per il referendum istituzionale e l’Assemblea costituente
7 – Quel 1946 della Repubblica e della Costituente
8 – 31 agosto 1946: 1° congresso della Camera del Lavoro dopo la Liberazione
9 – 31 agosto 1946: 1° congresso della Camera del Lavoro dopo la Liberazione – seconda parte
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