Domenica 29 marzo, ore 10.30, in via Amedeo Tonani – spazio antistante la Chiesa di S. Sebastiano – viene commemorato il 70° del sacrificio dei partigiani “Deo” Tonani e Sergio Rapuzzi. Ne ricorderà il profilo e la vicenda la Presidente provinciale dell’ANPI Mariella Laudadio.
Un folto numero di giovani cremonesi, un centinaio, furono partigiani in Valle Susa, nella 17a Brigata garibaldina “Felice Cima”. Il comandante della brigata, Amedeo Tonani “Deo”, ed il suo vice Sergio Rapuzzi “Pucci” vi sacrificarono la vita 70 anni fa, nel corso di un tragico rastrellamento nazifascista in località Favella. Continua »
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Commemorazione dei Caduti partigiani Amedeo Tonani e Sergio Rapuzzi
Carlo Gilberti
Sabato 21 marzo alle ore 11 nell’aula magna del Liceo scientifico “Gaspare Aselli” di Cremona, alla presenza degli studenti della classe quinta del corso E, sarà commemorato il partigiano Carlo Gilberti, ex allievo di questo istituto, fucilato il 12 gennaio 1945 a Bramaiano di Bettola (Piacenza). Una lapide lo ricorda nell’atrio della scuola. Sarà l’occasione per raccontare ai giovani studenti dell’ultimo anno di liceo la conclusione della guerra di Liberazione nel suo 70° anniversario.
Finiti gli studi liceali Carlo Gilberti s’iscrisse alla facoltà di ingegneria del Politecnico milanese.
Sul finire dell’estate del 1944, raggiunto dalla cartolina precetto che gli imponeva l’arruolamento nell’esercito di Salò, messo davanti alla scelta più drammatica della sua giovane vita, disertò l’arruolamento fascista, scelse la Resistenza diventando il partigiano “Kilometro”. Continua »
Ciao Kiro
Domenica 22 febbraio al Circolo Signorini ARCI E ANPI ricordano il partigiano Kiro nel 2° anniversario della scomparsa.
Un sincero ringraziamento dalle due associazioni al Comitato Col del Lys e all’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza per la concessione del DVD che sarà proiettato nell’ccasione.
Sarà presente lo storico Marco Sguayzer che ha collaborato alla sua realizzazione.
Ricordo del partigiano Renato Campi nel 70° della fucilazione
70 anni fa, il 16 febbraio 1945, al “poligono del tiro a segno” in località Po (dove poi sorgerà la raffineria) venne fucilato dai fascisti il giovanissimo partigiano Renato Campi, nome di battaglia “Spifferi” (riconosciuto come “partigiano combattente caduto”). Riportò la notizia “Il Regime fascista” due giorni dopo come “Fucilazione di un disertore”.
L’ANPI lo ricorderà domenica 22 febbraio prossimo, alle ore 10.30, davanti al “tempietto partigiano” del cimitero di Cremona, dove è sepolto. [Data spostata dal 15 al 22 febbraio, per impraticabilità – causa neve – del cimitero.]
Era nato a Cremona il 22 dicembre 1925 in una numerosa famiglia povera di via Alfeno Varo, il padre Alfredo carrettiere, la madre Giuseppa casalinga. Era appena diciottenne quando, a seguito dei famigerati bandi di leva dell’Italia occupata dai tedeschi, venne arruolato nella Guardia Nazionale Repubblicana. Ma non voleva proprio servire il nazifascismo e già nel luglio 1944 fuggì sulle montagne piacentine, nella zona di Vigoleno, dove entrò nella 62a Brigata Garibaldi “Luigi Evangelista”. A seguito del tremendo rastrellamento tedesco del gennaio 1945 rientrò clandestinamente a Cremona dove però venne individuato e preso dai fascisti. Fu torturato nella famigerata sede dell’UPI, la villa Merli di Viale Trento e Trieste, con scosse elettriche e sevizie. Al processo agli aguzzini, che si tenne nell’aprile ‘46, la sorella riferì che lui le disse in quei frangenti: “preferisco la morte” e che poi, sul suo cadavere, risultarono evidenti le cicatrici delle torture. Resistette agli interrogatori e venne condannato a morte dal fascio di Cremona. Scrisse una commovente lettera al padre: “Caro papà, sono qua ancora poche ore e poi dovrò morire…” Volle andare a piedi al luogo dell’esecuzione, dove ebbe l’incredibile forza di ironizzare esclamando, davanti al cartello “Vietato l’ingresso agli estranei”, “allora io qui non posso entrare!”. Si è saputo che morì dicendo “viva l’Italia” dopo aver rifiutato di essere bendato.
Verso l’elezione del Presidente della Repubblica
Martedì 20 gennaio ore 17,30 a SpazioComune, Piazza Stradivari, Cremona
la parola ai cittadini iniziativa pubblica
“Quale Presidente per quale democrazia”
interventi e riflessioni dalla parte della Costituzione e dei cittadini
Partecipa anche tu! Inviaci un tuo contributo scritto, oppure iscriviti per intervenire.
L’iniziativa aperta a tutti è promossa da: Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia – di Cremona; Anpc – Associazione nazionale partigiani cristiani; Associazione culturale Democratici per Cremona; Associazione 25 Aprile di Cremona.
Grazie a Ernesto, Antonio, Gaetano e Luigi
Domenica 30 novembre a Crema presso lo stadio Voltini sono stati commemorati i Partigiani Luigi Bestazza, Ernesto Monfredini, Antonio Pedrazzini e Gaetano Paganini nel settantesimo della fucilazione avvenuta per mano dei fascisti.
La cerimonia, toccante e partecipata, ha avuto luogo laddove i quattro furono uccisi.
Erano presenti rappresentanti dell’Anpi di Cremona e dei luoghi di provenienza dei partigiani caduti e rappresentanti delle istituzioni.
I ringraziamenti dell’Anpi provinciale vanno alle istituzioni cremasche e a Paolo Balzari, presidente della sezione Anpi di Crema per aver organizzato l’evento e per aver saputo creara l’atmosfera giusta per un’occasione così importante e sentita.
Crema, 30 novembre 2014
Il discorso commemorativo del Presidente dell’Anpi Provinciale, Mariella Laudadio
Vi porto il saluto dell’Anpi della nostra provincia, l’associazione che da 70 anni cerca di tener vivo il ricordo dei Partigiani e degli ideali per i quali tanti, nelle nostre zone, lottarono e persero la vita.
Poco meno di 70 anni fa, mentre altri italiani decisero che avrebbero cercato “la bella morte” sotto insegne funeste e liberticide, fuorviati ed illusi da vent’anni di dittatura, Ernesto, Antonio, Gaetano e Luigi si diedero alla macchia nell’Oltre Po pavese per cercare invece la vita, fatta di libertà e dignità; ed anche se la loro, di vita, finirono per perderla, regalarono a noi un Paese nuovo, con una Costituzione democratica ed antifascista.
Questa la differenza, profonda e decisiva, fra i nostri quattro giovani e quelli che li uccisero dopo averli torturati: la differenza fu tutta nella scelta. Continua »
I moti contadini di fine ’800 nel cremonese
130° anniversario de “la boje” 1884 – 2014
Nell’ambito del programma di iniziative dell’Istituto “Alcide Cervi”
Sabato 18 ottobre 2014 nel salone della Camera del Lavoro di Cremona (via Mantova 25) convegno su
I moti contadini di fine ’800 nel cremonese
Ore 15: Presiede e apre i lavori Maria Luisa Betri (del Comitato scientifico per il 130° de la boje presso l’Istituto Cervi)
Introduzione di Mimmo Palmieri (segretario generale CGIL di Cremona): Attorno alla nascita della Camera del lavoro di Cremona
Ore 16: Relazione di Fabrizio Superti (storico, Sindaco di Persico Dosimo): Dai primi scioperi contadini ai moti del pane; Giuseppe Barbiani ed i processi a Cremona per i reati di sciopero e di sovversivismo
Comunicazione di Paolo Carletti (autore del saggio “Lotta di classe nelle campagne cremonesi 1882-1922”): Le prime rivendicazioni delle donne lavoratrici nelle nostre campagne
I moti contadini di fine ’800 nel cremonese – gli atti del convegno
La mattina che a Pozzaglio fu ucciso Luigi Ruggeri, il partigiano “Carmen”
Testimonianza ricordo di Serenella Grioni, raccolta per appunti e con registrazione audio da Giuseppe Azzoni e Giorgio Carnevali il giorno di giovedi 25.9.2014 in casa Tadioli a Borgo Loreto, Cremona.
Adesso ho 86 anni, ne avevo sedici quando uccisero Luigi Ruggeri a Pozzaglio. Senza volerlo fui presente al fatto… Ogni tanto mi viene in mente… ancora adesso mi agita… Ieri Tadioli mi ha detto se volevo parlarne con voi, così stanotte non riuscivo a dormire.
Io nel 1944 ero coi miei a Pozzaglio, sfollata per via dei bombardamenti da Cremona, dove abitavo a Borgo Loreto come adesso. Lì a Pozzaglio di giorno stavo in una cascina vicino alla chiesa e di notte dormivamo nella casa dove c’era il fornaio.
La mattina di quel 24 settembre del ’44, saranno state le sei e mezzo o giù di lì, andavo da casa verso i campi in compagnia dell’anziana suocera di una mia zia… No, non andavamo a lavorare, è che per come eravamo messi da sfollati, la mattina appena svegliati per il primo posto dove c’era da andare si andava nei campi vicini… Passavamo proprio dalla curva della strada di Pozzaglio dove adesso c’è la lapide. Continua »