È molto difficile quest’anno augurare buon 25 aprile.
In un momento grave e buio per il Paese l’Anpi sente di dover richiamare tutti al senso di responsabilità nella difesa della Costituzione nata dalla Resistenza, perché è in momenti come questo, con la stragrande maggioranza dei cittadini in profonda difficoltà, giovani e meno giovani senza lavoro, famiglie senza un’abitazione decente, gli italiani impotenti di fronte alla corruzione e senza più fiducia nel futuro, è in momenti come questo che si fa strada la tentazione di rinunciare ai propri diritti in cambio di un illusorio miglioramento della propria condizione individuale; ed è in momenti come questo che trovano spazio gruppi e movimenti neofascisti che nascondono dietro campagne di solidarietà sociale e associazionismo culturale un’idea di società autoritaria, violenta e razzista, basata su politiche xenofobe e revisioniste.
L’Anpi chiede oggi che non si giochi con la storia, che non si neghi, che non si mistifichi, che non si dimentichi; scrive Pasolini: “L’Italia rimuove il proprio passato; se l’Italia avesse cura della propria storia, della propria memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi sempre vive”.
In tanti morirono negli anni fra il ‘43 e il ‘45, e noi rispettiamo tutti i morti; ma sia chiaro che non possiamo e non dobbiamo confondere le vittime con i carnefici. Non è per questo che i partigiani che qui oggi ricordiamo e i cui ideali guidano l’azione dell’Anpi, non è per questo che i partigiani hanno combattuto e sono morti, non è per questa Italia smemorata!
E allora il nostro è un grido di allarme rivolto ai cittadini: rifiutiamoci di prestare orecchio a chi ci vorrebbe indifferenti, noi chiediamo agli antifascisti tutti di non rispondere alle provocazioni delle nuove destre estreme ed alle vergognose aggressioni che esse mettono in atto, rifiutiamo qualsiasi violenza: apriamo le nostre menti, pensiamo con la nostra testa: non si esce dalla crisi, morale ed economica, tornando ad un passato nefasto che la storia ha condannato, non è con il fascismo, il populismo e la demagogia che si esce dalla crisi, ma con più lavoro, più diritti, più giustizia sociale: in una parola “più Costituzione”. E ricordiamoci che le libertà costituzionali conquistate con la Lotta di liberazione bisogna riguadagnarsele ogni giorno, ancora ed ancora.
Alle istituzioni chiediamo di stare all’erta, di non sottovalutare i segnali preoccupanti, e non concedere spazio a gruppi chiaramente di estrema destra che diventano sempre più folti e aggressivi anche nella nostra città e nel nostro territorio, di applicare le leggi e la Costituzione, per non diventare complici involontari di chi vorrebbe farci uscire dalla crisi imboccando la porta sbagliata.
Lo chiedono i nostri morti, quelli che hanno sacrificato la giovinezza e la vita per donarci un mondo migliore, come Brugnolotti e Barabaschi, i cui nomi sono stati finalmente scolpiti insieme agli altri sulla lapide in cortile Federico II e lo chiedono quelli, come Kiro, che ormai vive solo nei nostri cuori resistenti, che hanno operato fino all’ultimo respiro perché quel sacrificio non andasse sprecato. Raccogliamo il testimone che i partigiani ci hanno lasciato, non lasciamolo cadere.
Noi celebriamo oggi la vittoria sul fascismo, ma non dimentichiamo che chi vinse il 25 aprile del ‘45 vinse per tutti, perché i frutti di quella vittoria nutrono la vita di tutti.
Viva l’Italia, Viva la Resistenza, Viva la Costituzione.
Mariella Laudadio, Presidente Anpi Cremona