PIKIDI Arte e Anpi presentano la mostra con opere di
Claudio ARISI – Davide BARBOGLIO – Stefano BARCELLARI – Siria BERTORELLI – Romano BOCCALI – Emilio CAPELLETTI – DICRE – Matteo FILANINNO – David CHANCE FRAGILE – Luis Felipe GARAY – Gian Pietro GROSSI – Fabrizio MERISI – Beppe PREMOLI – Marco REGONASCHI – Andrea RIBONI – Gian Mario SARTINI – SCOTI – Sonia SECCHI – Francesco SOLDI – Ianni TONINELLI
Inaugurazione sabato 23 novembre 2013 ore 18
presso PIKIDI Arte – via Damiano Chiesa angolo via Cappelleti (dietro Palazzo Cittanova)
Orari: feriali 18-20 festivi 17-20
Sabato 30 novembre Giovanni Uggeri leggerà “Mio papà e la Resistenza”
(vedi invito)
*
Quest’anno si celebra il 70° anniversario dell’inizio della Guerra di Liberazione nazionale e l’ANPI ha pensato, tra le altre iniziative, di ricordate questo evento con una mostra artistica. Anche gli artisti sono stati vittime di quell’abisso che fu il totalitarismo nazifascista. Essi furono infatti intimiditi, perseguitati, deportati e violentati sia fisicamente che nella propria più intima libertà creativa.
La repressione della libertà artistica fu violentissima in Germania ma, con modalità diverse, anche in Italia si cercò di limitare la creatività e di favorire in modo autoritario un’arte fascista di massa. Uno dei principali protagonisti di questo disegno fu il ras di Cremona, Roberto Farinacci, uno dei più spietati gerarchi fascisti.
Proprio 70 anni fa a centinaia i cremonesi cominciarono a disobbedire a Farinacci.
Sarebbe lungo l’elenco di chi, nella nostra provincia, sacrificò la propria vita per la libertà. Furono circa 600 i cremonesi infatti che morirono per resistere al nazifascismo, nelle vallate alpine, sulle montagne del piacentino e del parmense, a Cefalonia, nei campi di sterminio, tra gli internati militari, negli scontri avvenuti in pianura fra 1943 e 1945. Cento di loro presero la via della Val di Susa e fra di loro c’era Enrico Fogliazza, che diventò comandante partigiano e poi dirigente sindacale e politico, fino a prendere le redini dell’Anpi. Molti non tornarono e anche Kiro se ne è andato, proprio lo scorso anno, a raggiungere i suoi compagni, lasciandoci un grande vuoto ma anche una grande eredità, umana e politica. Ricordando lui con questa mostra vogliamo ricordare tutti quelli che come lui, indipendentemente dal proprio credo politico, si sono battuti per consegnarci una patria libera e democratica che, in parte, è ancora tutta da costruire. Continua »