L’ANPI rende onore ad uno dei protagonisti della Resistenza cremonese, Libero Scala, scomparso il 21 maggio scorso. Non molti giorni fa i suoi familiari avevano ritirato in Prefettura la “medaglia della Liberazione” essendo lui impossibilitato a muoversi.
Libero Scala è nato a Cremona il 2 ottobre 1917. Operaio ed antifascista, fu tra i primissimi a ribellarsi al regime nel 1943. Già prima dell’otto settembre faceva parte del composito gruppo cittadino di Emilio Corsico, fucina di elementi che poi confluiranno in varie formazioni. Lui opera nel PCI clandestino, a diretto contatto con i segretari Marturano e poi Gaeta. Con l’occupazione tedesca ela RSI lui fa parte dell’organizzazione che incanala i giovani sbandati e renitenti alle formazioni di montagna. Quindi, con Lino Bassi e Davide Susani, sotto la direzione di “Carmen” Ruggeri e di Arnaldo Bera, organizza il passaggio delle SAP cittadine alle azioni di resistenza armata. Partecipa così ad audaci azioni per procurare man mano armi per l’insurrezione.Il fratello Franco, ventitreenne, fu uno dei cinque cremonesi, della 17a Brigata garibaldina, barbaramente massacrati dai fascisti al colle del Lys, in val Susa, il 2 luglio 1944 (con lui Edoardo Boccalini, Gianpaolo Conca, Benito Faleschini, Alfredo Zaniboni). Libero assunse subito dopo “Franco” come proprio nome di battaglia. Anche l’altro fratello, Claudio, scomparso da poco, fu partigiano in Piemonte.
Adriano Andrini ricorda che “Franco” faceva parte del piccolo gruppo clandestino comunista che si riunì nei locali non sospetti dell’obitorio dell’ospedale maggiore, grazie ad uno dei primari, il prof. Franz Cortese, membro del CLN: c’erano Percudani, Rino Casana, Bonali, “Manno” Uggeri…
Scala nel 1944 rappresentò il PCI nel gruppo incaricato dal CLN di ridare vita alla Camera del Lavoro: con lui c’erano per il PSI Zanoni, perla DCRizzie per il PRI Dotti.
Essendo operaio dell’Armaguerra aveva contribuito a formarvi una SAP che si oppose a trasferire la fabbrica da Cremona e che, con grave rischio, operava sabotaggi. Con questa SAP il 26 aprile 1945 partecipò allo scontro a fuoco coi tedeschi in cui venne mortalmente ferito Ermete Civardi.
Nell’insurrezione Libero Scala era un commissario politico nella IV Brigata “Ghinaglia”, quella che operava in città e che fu intitolata a Bruno Ghidetti.
Subito dopola Liberazione, per il suo prestigio ed autorevolezza, si adoperò per rendere operante la linea del PCI nella costruzione della democrazia, quindi perché si stroncassero provocazioni ed avventurismi, in primo luogo con la consegna delle armi.
Quindi si impegnò in quello che sarebbe stato il suo lavoro principale, prima assicurando la riorganizzazione e poi nella direzione del movimento cooperativo, insieme a personalità come Comunardo Boldori, Bernamonti, Feraboli, Galmozzi ed altri.
Fu presidente della Federazione provinciale delle cooperative e poi Direttore della Unione Cooperative Cremonesi di Consumo. In questo incarico è ancora oggi da molti ricordato per la capacità ed il rigore con cui assicurò una forte, dinamica e sana crescita dell’UCCC, tanto che poi essa fu determinante nella formazione di Cooplombardia.
Da ex partigiano è sempre stato iscritto all’ANPI, facendo parte per lunghi periodi del Comitato provinciale e ricoprendo la carica di Presidente nei primi anni ’90.
L’ANPI provinciale lo ricorda con commozione e gratitudine, porgendo le più sentite condoglianze ai familiari. Essendosi, per sua espressa volontà, svolte le esequie in forma strettamente privata, la sua figura verrà ricordata in apertura dell’iniziativa pubblica che l’ANPI terrà in sala Zanoni il 28 maggio prossimo alle ore 17 per il 70° della Repubblica.
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