Anche quest’anno la nostra città, in particolare il Civico Cimitero di Cremona, è stata teatro di un reato che, ancora una volta, forse, resterà impunito. Ci riferiamo ai “saluti romani” esibiti durante la commemorazione di Mussolini il giorno 26 aprile u.s., nonostante un esplicito divieto da parte del Sindaco. Ci rivolgiamo di nuovo alla magistratura, come abbiamo fatto lo scorso settembre con un esposto per ora senza esito, per segnalare una recentissima sentenza della Corte di Cassazione, la N.37577 del 12 settembre 2014, secondo la quale il saluto romano, soprattutto quando posto in essere durante pubbliche manifestazioni, è ancora un gesto perseguibile. Nella sentenza si rileva che “nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe”.
Ci chiediamo se quest’ultima sentenza dell’organo supremo della magistratura, unita alle precedenti, potrà essere utile ai magistrati cremonesi, nel 70esimo anniversario della sconfitta del fascismo, per stabilire una volta per tutte che l’esecuzione e l’esibizione di inni, saluti, bandiere, simboli dello sconfitto regime fascista costituiscono reato. Nel frattempo l’ANPI provvederà a segnalare al Ministro della Giustizia ed al Presidente Mattarella, l’episodio che qui da noi si ripete ogni anno.
Mariella Laudadio, presidente ANPI Cremona
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