Domenica 7 luglio 2013, in occasione delle celebrazioni in omaggio ai 2.024 Caduti per la libertà nelle Valli di Susa, Sangone, Chisone e Lanzo, il Comitato del Colle del Lys ha deciso di dedicare una targa a ricordo di mio padre Enrico “Kiro” Fogliazza e mi ha chiesto di inaugurarla.
Di seguito il testo del breve saluto che ho rivolto ai numerosi ed illustri presenti.
Deo Fogliazza
fotografie di Francesco Pinzi
A nome dei figli e degli antifascisti di Cremona voglio ringraziare gli amici ed i compagni del Comitato Colle del Lys per aver voluto dedicare questa targa a mio padre Kiro, Commissario politico della 17a Brigata Garibaldi “Felice Cima”.
Ringrazio anche i compagni dell’ANPI di Cremona, con particolare riguardo per i compagni di Pessina Cremonese, che anche quest’anno hanno voluto essere qui al Colle ed in Valle Susa per onorare il gemellaggio di sangue che lega noi cremonesi a queste terre ed a questo popolo.
Ringrazio anche il Sindaco di Cremona per la sua presenza che segnala comunque attenzione e sensibilità e per le parole da lui usate stamane, nell’Assemblea dei Sindaci. Parole, coincetti chiari, netti e per le mie orecchie abbastanza inediti. Con Oreste Perri mio padre aveva saputo mantenere un solido rapporto personale. Anche se particolarmente pesante e duro è stato lo schiaffo, per lui e per i cremonesi Caduti per la libertà, prodotto dalla dedica di una via cittadina al fascistissimo Aldo Protti. Decisione che fa certamente capo all’Amministrazione Comunale anche se, per il vero, poggia su un parere purtroppo unanime della Commissione Toponomastica. Protti, infatti, insieme ad un manipolo di altri cremonesi, operò qui in valle, al fianco dell’esercito nazista, essendo di stanza ad Avigliana nel dinamitificio Nobel, dai primi di luglio 1944 fino all’arresto che avvenne, ad Avigliana appunto, il 29 aprile 1945. Qui inviato direttamente da Farinacci non certo in ferie, ma per dare la caccia ai tanti giovani cremonesi sfuggiti dalla fascistissima Cremona per venir quassù a combattere contro il fascismo e l’occupante tedesco. Non c’era alcun motivo positivo per dedicargli anche una via. Al contrario, ce ne erano e ce ne sono numerosi che la dovevano sconsigliare.
Kiro Fogliazza è morto il 18 febbraio di quest’anno. Il 22 del mese successivo avrebbe compiuto 93 anni. E’ passato dal sonno alla morte senza troppo soffrire, e questo ci ha resi un po’ più sereni.
Una delle ultime cose che mi ripeteva, nei rari momenti di lucidità delle ultime settimane, era la raccomandazione sempre rivolta al Colle, ai suoi cari compagni, a mantenerne saldo il ricordo.
Qui, dai primi di luglio del 1944 al 25 aprile del 1945 – giovane 24enne, aveva trascorso i 10 mesi più importanti della sua vita.
Qui era arrivato come giovane cresciuto nella cascina cremonese, mondo chiuso ed orientato solo al duro e faticoso lavoro.
Qui, durante le lunghe settimane di guerra partigiana, era cresciuto, aveva imparato a conoscere ed a conoscersi, aveva visto cadere tanti giovani compagni, aveva a sua volta rischiato. Ma aveva anche imparato ad apprezzare la solidarietà delle popolazioni valligiane.
Qui, prima inconsapevole, aveva potuto incontrare – con grande sorpresa ma anche con grande soddisfazione – circa 130 giovani cremonesi che erano saliti quassù – uno all’insaputa dell’altro – inviati dalla rete clandestina del partito comunista di Cremona e della resistenza antifascista.
Qui aveva partecipato a dare vita e poi a consolidare il filo rosso che lega la storia della nostra città alla storia di questa valle: storie fatte di sacrifici, di lotte, di sangue ma anche di profondissimi e decisivi vincoli di amicizia e di fratellanza.
Ebbene, oggi – cara Elena, cara Fernanda e carissimi tutti amici del Colle – con questa targa posta perennemente in questo storico luogo di libertà e di democrazia, noi suggelliamo ancora una volta la nostra amicizia e la nostra fratellanza. E decidiamo di mantenerle ben salde e di non disperderle mai.
Ci abbracciamo ed insieme abbracciamo il ricordo del partigiano Kiro che oggi, non può essere diversamente e ne sono certo, si sentirà finalmente appagato per essere qui, al fianco dei suoi compagni di lotta.
Grazie. Grazie di cuore a tutti voi.
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