Commemorazione del partigiano Luigi Ruggeri «Carmen» fucilato dalle Brigate Nere il 24 settembre 1944 in piazza a Pozzaglio
Intervento di Kiro Fogliazza, Presidente dell’ANPI Provinciale Cremona
Pozzaglio, 24 settembre 2006
Signori Sindaci Bedulli e Superti, Signori Sindaci della zona, rappresentanti del Comune e della Provincia di Cremona, autorità, assessori, consiglieri, cittadini, e compagni partigiani, a tutti voi un cordiale saluto.
Ai rappresentanti del prezioso Corpo delle Guardie di Finanza, di cui “Carmen” fu degno sottufficiale, un fraterno e cordiale benvenuto tra noi. La vostra presenza rafforza sempre più l’amicizia tra il popolo e i suoi figli in servizio nell’interesse di tutti.
Di chi era Carmen ha diffusamente parlato Fabrizio Superti, che ha svolto sulla sua figura una approfondita ricerca. Era un giovane come tanti della classe 1920, a fronte del quale in un certo momento della propria vita, non rimaneva che la scelta della lotta armata con tutti i rischi che essa comportava. Rischi che CARMEN ha affrontato con coraggio ed audacia, sacrificando la sua giovane vita qui in piazza a Pozzaglio.
Sono passati 62 anni, caro Carmen, e ringraziamo gli stessi sindaci di aver accolto con entusiasmo la proposta di svolgere questa commemorazione in tuo ricordo, in un contesto nel quale la Resistenza e la democrazia Italiana ed Europea presentano un simbolico bilancio della nostra storia. recente.
Permettetemi, prima di procedere, di congratularmi, a nome dell’ANPI provinciale e mio personale con il Prof. Sen. Angelo Rescaglio per la sua recente nomina a Presidente dell’A.P.C. (Associazione Partigiani Cristiani), in sostituzione del caro amico prof. Guglielmo Agosti con il quale molta attività in comune è stata svolta. Alla sua memoria rivolgiamo un pensiero e un caro ricordo. Ai famigliari rinnovati sentimenti di profonda solidarietà. Tanti auguri di buon lavoro prof. Rescaglio. Sono certo che le nostre Associazioni sapranno ben operare in unità di intenti per la salvaguardia e il rispetto dei valori della nostra Costituzione nata dalla Resistenza
Il bilancio di cui parlavo è stato recentemente presentato dal nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con il messaggio inviato a fine agosto a Libero Mangiantini sindaco di Ponte Buggianese, in memoria dell’eccidio nazi-fascista di 174 martiri, civili, avvenuto nel 1944 a Padule del Fucecchio
Il Messaggio dice: “La Resistenza sia di esempio per la pace nel mondo e per unire il vecchio continente. Perché da essa si crearono le fondamenta di una ritrovata unità della nazione, crebbe il rinnovato amore del popolo italiano per la libertà, per la democrazia e prese forma nell’animo dei cittadini, il sogno di un’Europa non più divisa da odi e da guerre, ma unita da una volontà di pace e di pacifica convivenza fra i popoli”
Grazie, Signor Presidente! Queste dichiarazioni, provenienti dall’alto seggio del Quirinale pronunciate dal primo cittadino della Repubblica, onorano la Resistenza e tutto e il popolo italiano.
L’antifascismo, la lotta di Liberazione – vinsero grazie all’unità del popolo italiano, mentre a seguito della vittoria e della libertà, poterono prendere forma la Repubblica e la Costituzione – nate queste ultime in una successione di confronti ed anche di lotte aperte e democratiche tra i partiti politici tornati alla ribalta della scena politica e parlamentare. Erano lotte sacrosante per le riforme, per la giustizia, contro l’eversione dei nemici della democrazia – da Miceli a Gelli, a Borghese ed altri – lotte utili perché hanno radicato nel profondo delle coscienze il senso della giustizia, della liberta, della democrazia della pace.
Qualche confronto è necessario, tra le due epoche vissute.
Nel secolo appena passato, dal 1915 al 1945, in trenta anni, con al potere il Re e il fascismo vi furono la prima guerra mondiale, con 600mila morti italiani, poi la guerriglia fascista per il potere che colpì a morte gli oppositori Matteotti, Amendola Gramsci, i nostri Boldori, Ghinaglia, Paulli e tanti altri, distruggendo case del popolo, biblioteche e sedi municipali jndi leggi speciali e la dittatura. Poi la guerra di Abissinia, di Spagna, di Jugoslavia, Albania, Grecia e infine la seconda guerra mondiale durata cinque anni (1940-1945) con 55 milioni di morti in tutto il mondo dei quali 400mila italiani. Le guerre richiedevano immensi sacrifici per tutto il popolo !
Dal 25 aprile 1945ad oggi l’Europa, l’Italia vivono in pace ed hanno cancellato il detto secondo il quale ”la guerra èra necessaria almeno ogni venti anni. Si diceva che era il destino a volerlo. Per impaurire e scoraggiare la gente.
60 anni di pace sono stati possibili invece in quanto oggi si tratta, si discute, si litiga, magari, sulle controversie internazionali fino a quando non si riesce a trovare un accordo. Prevale la discussione, la trattativa, la politica e la diplomazia sull’uso delle armi, sulla guerra.
È per questa saggia politica che il nostro prestigio nel mondo è tale da essere diventati, assieme ad altri popoli Europei uniti nell’ONU, protagonisti di pace anche dove vi era guerra come in Libano.
E se oggi anche l’Iran (zona che scotta) sembra riflettere e sospendere gli acquisti di’uranio per le bombe atomiche e fa trapelare, pur se ancora confusamente, anche eventuali trattative, e se tra Israele e Palestina la pace sembra apparire meno fumosa e lontana, lo dobbiamo a tale politica.
Il nostro dovere è far conoscere a tutti le diversità vissute tra le due epoche!
Questo é il dovere della scuola ai suoi diversi livelli, oltre che della famiglia e della società nel suo complesso!
C’è ancora chi si domanda cosa sia stata la Resistenza. Cerchiamo una risposta semplice! Girava per il mondo un mostro, il nazismo, che aveva già occupato quasi tutta l’Europa mirando al mondo: voleva distruggere tutte le razze per far trionfare quella tedesca, la razza ariana, ed imporre al mondo la sua dittatura. L’8 settembre, questo mostro aveva occupato l’Italia con l’appoggio di un altro mostro, da loro imposto, quello fascista di Salò, e gli stati democratici anglo-americani-russi, aggrediti, si erano opposti sin dall’inizio dichiarando la guerra. Parte del popolo italiano, la migliore, fece la scelta del nostro Carmen, ne nacque un esercito di carattere popolare con combattimenti sui monti, nelle valli, nelle città nelle pianure,nelle fabbriche e il 25 aprile 1945. Questo esercito è insorto combattendo e liberando l’Italia a fianco degli alleati che arrivavano dalla linea gotica
La Resistenza vittoriosa ha imposto la fine della guerra e si è passati alla pace, dalla Monarchia alla Repubblica, dall’antico Statuto Albertino alla Costituzione Repubblicana, dalla dittatura alla libertà e democrazia!
Nel concreto si è passati da un’epoca di guerre, fame, pellagra, emigrazione, mortalità infantile e quant’altro, all’epoca successiva senza più epidemie, non più cartoline precetto tanto odiate, chiamate alle armi improvvise per addestramenti, sentir parlare di otto milioni di baionette, bombardamenti selvaggi, la violenza del “Pippo” assassino. Non più l’arrivo del carabiniere o della guardia municipale che portano alle famiglie, alle mamme, la notizia della morte del marito o del figlio sul fronte di guerra. Non più borsa nera, freddo, fame, e tante, tante e tante lacrime.
A queste famiglie che ben ricordiamo, così duramente colpite, inviamo un caro ed affettuoso ricordo ed abbraccio! Alle famiglie di oggi che per fortuna non vivono tali drammi un accorato invito a lottare perché quel che è avvenuto allora non si ripeta mai più!
A voi giovani l’invito a vivere, non solo negli stadi o nelle discoteche – cose pur comprensibili per la vostra età – ma a combattere le ampie fasce di disoccupazione, di precariato, di buio nella prospettiva di lavoro e di carriera, per i diritto ad una casa e una famiglia. Vi chiediamo, cari giovani, di partecipare con passione alla vita sociale, politica, sindacale, culturale, vivere in positivo una società che deve progredire per voi e con voi!
La politica è sporca! Questo lo dice chi è interessato a sporcarla. Non seguite questi inviti interessati….. La politica, se applicata con correttezza, rettitudine, onestà è invece una grande scuola di vita e di cultura. è prova d’amore e di altruismo.
Questi sono stati gli insegnamenti della Resistenza e dei suoi martiri !
Vogliamo ricordare i soldati in divisa che combatterono e morirono per le Libertà.
Rivolgiamo, cari amici, il nostro pensiero ai 9mila Soldati Martiri della Libertà assassinati a Cefalonia, dei quali 134 erano cremonesi; agli IMI soldati catturati l’8 settembre ‘43 e piombati su carri bestiame portati in campi di prigionia, colà prigionieri per non aver voluto aderire alla repubblica di Salò; i soldati rimasti al sud dopo lo sbarco americano, che si organizzarono nelle Divisioni Mantova, Folgore, Cremona e Legnano ed a fianco dell’esercito anglo americano hanno combattuto a Cassino e sulla linea Gotica; i fratelli Alfredo ed Antonio Di Dio Emma, ufficiali in Servizio Permanente Effettivo, cremonesi, Comandanti in Val d’Ossola e decorati entrambi di Medaglia d’Oro; i Martiri di Bagnara in armi come Vigili del Fuoco.
Tra i civili in estrema difficoltà della scelta da compiere dobbiamo ricordare il nostro Carmen, i giovani morti sugli Appennini emiliani, i 2024 morti in Val di Susa, Lanzo, Sangone e Chisone, tra i quali 15 cremonesi, quelli della brigata Pesaro, in Liguria, nel Veneto, nelle Langhe, i caduti di Crema, Gussola, Soresina, Casalmaggiore e di tutta la Provincia. Dobbiamo ricordare gli eccidi di Marzabotto, dei fratelli Cervi, delle Fosse Ardeatine, di S. Anna di Stazzema. una catena infinita di sangue e di infamia. Ma vogliamo ricordare anche, nel positivo, la nascita delle Repubbliche Partigiane autonome conquistate dai partigiani nell’Ossola, di Montefiorino ed altre.
In sintesi in quei giorni sgorga dal corpo vivo del Paese un moto irresistibile di opposizione ai nazi-fascisti, che solo la violenza anche sulle famiglie, i massacri, le impiccagioni, il carcere frenano.
Gloria eterna al vostro coraggio e al vostro sacrificio, cari compagni ed amici! Esso non e’ stato e non sarà invano! Il popolo italiano vigile e attento lo impedirebbe!
Un grazie ed un eterno riconoscimento di amicizia alle forze Alleate, ai loro eroici Caduti, senza i quali non sarebbe stata possibile una vittoria rapida.
Signor Presidente della Repubblica, secondo noi il bilancio è assai positivo in politica estera; meno in quella sociale. Credo che in futuro dobbiamo tutti insieme fare di più perché il nuovo bilancio affermi solennemente “mai più guerre” “al bando la violenza”!! Basta morti per fame e stenti, ma giustizia, solidarietà, serenità, per tutti!! Come e’ possibile sconfiggere la guerra può essere possibile debellare la miseria e la morte per fame!!!
Così operando, carissimi amici, onoreremo degnamente Carmen e tutti i Martiri della guerra di liberazione. Lo faremo con lo stesso slancio e con la stessa volontà, se Dio ce la manda buona!
Grazie e un caro saluto a tutti!
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