Sabato 30 gennaio ha avuto luogo al cimitero di Cremona la commemorazione del centenario della nascita del PCI a Cremona, con un ricordo di tre protagonisti di essa con fiori rossi deposti sulle loro tombe dalla presidente della Fondazione Cremona democratica Giovanna Mazzeo. È stata quindi letta ai presenti la seguente sintetica nota biografica di ognuno. La delegazione ha anche sostato e reso omaggio alla tomba di Attilio Boldori, dirigente socialista e cooperativo, vice presidente della Provincia, come Ghinaglia assassinato da squadristi nel 1921: le loro due tombe sono vicinissime una all’altra.
TARQUINIO POZZOLI
È nato a Cremona il 24 maggio 1896. Per sventure familiari fu costretto a trascorrere infanzia ed adolescenza nell’Istituto Manini per ragazzi abbandonati. Grame condizioni di vita e punizioni per il suo carattere poco arrendevole. In quegli anni si ammalò di TBC. Uscito dal Manini negli anni ’13-14 lavorò come falegname e poi alla Cavalli e Poli e si iscrisse al Circolo Giovani socialisti. Chiamato alle armi e mandato al fronte sul Carso subì gli attacchi con i gas, fu ricoverato e poi riformato. Tra i soldati e poi tornato a Cremona fu in prima fila nell’organizzare la propaganda contro la guerra. Denunciato venne processato dal tribunale militare a Pradamano nel 1917 con altri cremonesi (tra cui Bernamonti) e condannato a 10 anni di reclusione nel penitenziario di Portolongone. Vi stette rinchiuso fino al 1919, anno della amnistia, quindi tornò a Cremona. Qui diventò il capo della corrente del PSI che si differenziava dai riformisti e dai massimalisti e che darà vita al PCd’I. Capace ed attivissimo nella lotta politica e sociale fu dirigente nel PSI e nel 1920 eletto consigliere del Comune di Cremona. Il PSI si era confermato in maggioranza e Pozzoli venne eletto Sindaco succedendo ad Attilio Botti. Nella situazione difficilissima della miseria e delle violenze del primo dopoguerra portò avanti con intransigenza le realizzazioni del municipio socialista nella scuola, nei servizi sociali e sanitari, nella assistenza, nel supporto al lavoro pretendendo che i ceti benestanti contribuissero ai bisogni del Comune pagando adeguata tassazione. Nel partito capeggiava la corrente di Amadeo Bordiga e dopo la scissione di Livorno diventò segretario della federazione provinciale del PCd’I. Continua »